giovedì 5 giugno 2014

Inquadramento cinematografico

Data la perplessità di molte persone con cui ho avuto modo di confrontarmi circa i miei severi gusti cinematografici, prima di scrivere ulteriori recensioni preferisco parlare un momento di ciò che apprezzo o non apprezzo di questo favoloso mondo che è il cinema.

Non è una passione che ho da sempre ma solo da qualche anno, ed è per questo che non mi ritengo un'esperta ma solo un'appassionata. A contribuire a ciò è stato il mio professore di Storia e critica del cinema dell'università, che mi ha aperto il mondo del cinema d'autore e mi ha dato gli strumenti per valutare la validità e l'efficacia di un film.

Confesso che anche prima di appassionarmi ero molto severa col cinema: come da giovane lo ero con i libri - e mi ritengo una discreta scrittrice - poi lo sono diventata con i film - teorizzato un possibile futuro da regista o, perlomeno, da sceneggiatrice. Insomma, sono una sognatrice a tutto tondo.

Tornando al cinema, da quando ho scoperto - l'acqua calda! - che esistono tantissimi film di ottima qualità, girati non con il solo scopo di intrattenere il pubblico medio, ho quasi abbandonato i libri per dedicarmi a questa più recente forma d'arte. Dovevo recuperare tutto il tempo perduto!

Partendo dalle basi, naturalmente osservo molto gli attori. In fondo, un ottimo regista con un pessimo attore dà comunque un pessimo film. Un bravo attore deve essere convincente, coinvolto, catturato e intrappolato nel personaggio che sta interpretando, lo spettatore deve quasi dimenticarsi di star guardando un film e sentirsi completamente dentro la storia.

Questa sensazione me l'hanno data davvero pochi attori: la mia preferita in assoluto è Jodie Foster. L'ho vista interpretare i più svariati ruoli, dalla madre disperata che perde la figlia e non viene creduta in Flightplan, alla "attivista politica di troppe cause" in Carnage, alla sempliciotta che cerca giustizia dopo uno stupro quasi voluto in Sotto accusa fino all'acculturata istitutrice dalla mente aperta di Anna and the King. Riguardo l'altro sesso, prediligo in assoluto Jack Nicholson: l'ho visto pazzo represso in The Shining, pazzo scatenato nel Batman di Tim Burton, severo e autoritario ufficiale in Codice d'onore e persino scorbutico solitario che si apre all'amore in Qualcosa è cambiato.

Non che non apprezzi gli altri attori, ma quando riescono a trasmettermi questa sensazione di estraniamento dalla realtà allora sono davvero il massimo. Quando invece mi trasmettono solo irritazione perché non ce li vedo proprio in quello che fanno e dicono, lì allora è un altro discorso.

Ovviamente spetta soprattutto al regista il merito della riuscita del film e degli attori. Non riesco a trovarne uno preferito se non i grandissimi della storia (Kubrick e Scorsese, per dirne due che amo) perché spesso riescono a partorire alcuni film che mi fanno impazzire e altri a cui darei fuoco. Prendiamo Shyamalan ad esempio: è riuscito a passare da un reale capolavoro come Il Sesto Senso a una colossale monnezza come The Village.

Passiamo a come dovrebbe essere un buon film per me. Mi sento spesso dire "A te piacciono solo i film noiosi", ma mi rasserena il fatto che a dirmelo siano persone che adorano film come Fast and Furious e simili tamarrate (sì, sto parlando proprio di te! <3).

Io ho una particolarità che farà accapponare la pelle alla maggior parte di voi: detesto quasi ogni genere di commedia. Ne ho guardate tante, giuro, ma davvero non suscitano nessunissima attrattiva in me se non quella di spegnere il televisore. Parlo di quelle commedie con una storia lineare e prevedibile, tema centrale l'amore, con un finale che puoi avvisare già leggendo solo il titolo, fatte con lo scopo di intrattenere e divertire con umorismo magari volgare o troppo facile. L'unico film del genere che mi ha fatto ridere di cuore è stata la tragicommedia di Fantozzi, che effettivamente non saprei nemmeno se far rientrare nella categoria. Le altre sì, magari mi fanno ridere, ma di quelle battute a cui cedi un risolino divertito e che hai dimenticato dopo pochi secondi perché non hanno quella brillantezza che le rende delle vere belle battute. Senza contare ciò che dovrebbero trasmettere i film d'amore: raramente mi sono davvero emozionata davanti a uno di essi, e ancora più raramente mi sentirei di raccomandarne uno.

Non riesco davvero a paragonare un buon thriller, con suspence, colpi di scena, paura, coraggio, forza di volontà e tanti sentimenti forti e valori autentici con una commedia d'amore. L'amore è davvero troppo inflazionato - non solo dal cinema - per creare qualcosa di nuovo o almeno ben rivisitato. E i risultati sono troppo spesso scadenti perché ovviamente indirizzati a quella parte di pubblico - le donne un po' frustrate - che si accontenta facilmente di qualche bacio strappato qua e là. Non voglio offendere nessuno ovviamente, sto solo esprimendo il mio - per quanto strambo - punto di vista.

Ora qualcuno si starà chiedendo quale accidenti potrà mai essere il mio film preferito. Ebbene, il podio è sovrastato da Full Metal Jacket di Stanley Kubrick con Matthew Modine, ma penso (spero) che non abbia bisogno di presentazioni. Per me questo film rappresenta la perfezione sotto ogni punto di vista: della regia, della sceneggiatura, della fotografia, della trama, della recitazione, dell'originalità del montaggio e degli effetti provocati dai movimenti di camera e dai suoni. Tanti grandiosi esempi di ottimo cinema sono racchiusi tutti in questo film. Se non l'avete ancora visto, andate immediatamente a vederlo!!

"Avete capito, brutti sacchi di merda?"
Il resto su quel che riguarda i miei gusti si scorgerà dalle mie future recensioni, per ora vi ho dato un'idea di chi si trova dall'altra parte dello schermo. Alla prossima critica!


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