I padiglioni erano inavvicinabili, e la folla di gente che ci si accalcava intorno cominciava già da diverse vie prima, bloccando anche chi ci transitava per caso. Sono riuscita a entrare alla Japan Town grazie al consiglio di amici - che erano già lì - di andarci il più presto possibile; un'altro punto per i geni che hanno piazzato gli stand di modo che solo due file di persone in fila indiana potessero passarci di fronte, le quali naturalmente erano sempre pressoché ferme perché la gente doveva pur fermarsi per comprare.
Gli stand di fumetti usati erano talmente pieni a qualsiasi ora che per chiunque dovesse cercare un manga introvabile in particolare era necessario prepararsi una flebo di tranquillante per non sbottare per le spintonate e la folla zigzagante.
Il palco si poteva scorgere solo da lontano in quanto la folla immobile non permetteva di avvicinarsi a meno di trecento metri da esso.
Dato che era mio desiderio visitare anche gli stand della Warner Bros e di Star Wars, ho pensato di andarci poco prima di chiusura sperando che la maggior parte della gente si spaventasse per il freddo improvviso della sera. E' stato inutile: il primo era ancora circondato da una coda che girava per tutta la piazza, mentre il secondo aveva chiuso con notevole anticipo. Dannazione.
Ma parliamo della comunità di cosplayer presente alla fiera. Si è confermata la teoria che avevo già osservato a fiere precedenti: più l'evento è grande, più viene a mancare il cameratismo tra cosplayer, rimpiazzato dall'invidia e la rivalità.
Frequentando di solito fiere relativamente piccole sono abituata a scambiarmi un sorriso, un saluto, due parole, una foto o anche solo uno sguardo con chi porta cosplay del mio stesso manga.
A Lucca invece, a parte una Sasuke innamorata di mio figlio, una tenera Kushina e un simpatico gruppo Akatsuki, ho ricevuto solo occhiatacce di gente che ci ignorava palesemente, soprattutto se erano i nostri stessi personaggi o degli anbu come noi. Questa situazione era davvero spiacevole, tanto che ho cominciato a pensare di aver fatto un cosplay davvero orribile per meritarmi tali comportamenti (eppure sono abbastanza soddisfatta del mio operato, giudicate voi)
Insomma, il bello di fare cosplay è anche incontrare persone che condividono i nostri stessi interessi; se lo facciamo diventare una gara, lo snaturiamo totalmente della sua natura ludica. Contenti voi...
Decisamente, se si vuole godere appieno di questo grandioso evento, è necessario evitare il weekend.
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