domenica 23 novembre 2014

Recensione - Interstellar

Nota: la prima parte non contiene spoiler.


"La legge di Murphy non significa che succederà una cosa brutta,
ma che tutto quello che può accadere accadrà."


Ritengo che questa frase pronunciata dal protagonista alla figlia Murph sia il filo portante dell'intero film, sotto tutti i punti di vista - soprattutto quello scientifico.

Io amo la fantascienza e la mia passione dilettantistica per l'astrofisica mi ha portata a guardare questo film con un iniziale forte scetticismo. Un film su viaggi interstellari e buchi neri? Pfui, persino Nolan non riuscirà a scansare una grossa caduta di stile o dei colossali errori teorici.

E invece.

In un imprecisato futuro il grano è estinto e le tempeste di sabbia stanno lentamente consumando i polmoni della popolazione. la Terra sta esaurendo le sue risorse e l'umanità è troppo occupata a procurarsi da mangiare per rivolgere lo sguardo a qualcosa di più grande di lei.


Cooper era un astronauta, e per una serie di eventi si ritrova nello spazio alla ricerca di un pianeta dove poter trasferire il genere umano prossimo all'estinzione, viaggiando grazie a un wormhole comparso dal nulla vicino a Saturno che riesce a trasportarli istantaneamente dall'altra parte dell'universo.


Ammetto che la prima parte del film mi aveva lasciata parecchio perplessa. Avevo paura che la spiegazione ai fenomeni apparentemente inspiegabili che avevano portato Cooper a partire sarebbe stata scialba e banale.


Nella seconda parte sono successe tante cose, tutte quelle che la legge di Murphy prevedeva: se qualcosa può andare male, probabilmente lo farà, e se qualcosa può accadere, probabilmente accadrà. Tante cose sono accadute e i protagonisti hanno passato davvero tanti guai, nessuno dei quali sembrava però totalmente pilotato - come avviene nella maggior parte dei film apocalittici in cui pare che i personaggi siano scaraventati di prepotenza verso i guai da una mano invisibile - e nessuno dei quali viene risolto in modo insensato o surrealistico.


Tutte situazioni che possono realmente verificarsi nello spazio e con risoluzioni che possono realmente avvenire, con molta fortuna. Insomma, la coerenza logica delle sequenze di complicazione-risoluzione è stata curata e l'ho molto apprezzata.


Ho apprezzato anche la parte sentimentale del film, poca ma ben dosata, in particolare il rapporto tra Murph e suo padre: la ragazzina si sente abbandonata in età fanciullesca e questo peso permane quando diventa adulta, colmando poi nella rivelazione finale a cui reagirà con la maturità che non poteva avere vent'anni prima, ma con la stessa sensibilità.


I personaggi sono pochi, ma rappresentano appieno vizi e virtù dell'umanità: speranza, amore, menzogna, rassegnazione, paura, follia, coraggio. Tutte le sfaccettature dell'essere umano sono pennellate su ogni ruolo, fino a renderlo indispensabile, persino distruttivo.


Ma ammetto che ciò che ho apprezzato di più è stata l'attenzione per la coerenza scientifica. Ho poi letto che Nolan si è affiancato al celebre fisico Kip Thorne per rendere realistica la trama e persino le immagini nello spazio, cosa che finora non era mai avvenuta. Stavo attenta a ogni spiegazione, a ogni sequenza, e con la mia timida cultura di astrofisica non ho riscontrato alcun errore, se non necessario per la trama (un pianeta troppo vicino a un buco nero? E la luce da dove arriva?).


Purtroppo le nostre conoscenze in questo ambito non vanno oltre la teoria di ciò che riusciamo a vedere o immaginare; quasi nulla è dimostrato empiricamente e anche ciò che lo è apre interrogativi ancora più grandi e irrisolti. E' anche per questo che amo l'astrofisica: è una scienza che ha ancora tanto da dare e che, in un futuro spero non troppo remoto, riuscirà a spiegare da dove siamo venuti e come funziona lo spazio-tempo. A cosa può ambire di più grande un essere dotato del nostro intelletto?


Divagazioni filosofiche a parte, Nolan ha preso le teorie più affascinanti e ha cercato di dar loro una concretezza, di renderle reali e metterle in pratica avvicinandole all'uomo. Imprecisate cose potrebbero succedere, ad esempio, se un uomo cadesse in un buco nero: e il regista è riuscito a renderle così tangibili da provocare quasi un senso di horror vacui nello spettatore.



Per chi non avesse ancora visto il film suggerisco di fermarsi qui perché la prossima parte contiene vari spoiler. Pronti?


Giuro che ho avuto un collasso quando ho visto Cooper cadere in una specie di Morte Nera pixelata non appena attraversato Gargantua. Mi sono detta "ok, la caduta di stile è arrivata proprio all'ultimo". E invece no: Nolan è riuscito a rendere cinque dimensioni in tre. Ma vi rendete conto? La mente umana non è in grado di visualizzare cinque dimensioni tutte insieme. Nolan ci ha provato, e il risultato è stato fantastico. Non avrei mai immaginato che qualcuno ci sarebbe riuscito senza creare qualcosa di ridicolo. Sono stata davvero sorpresa.


Oltre allo stupore scientifico, ho trovato toccante la spiegazione della dottoressa Brand sul perché avrebbero dovuto raggiungere Edmunds e non Mann: l'amore è qualcosa di così grande e potente, proprio perché inspiegabile e incontrollabile, che c'era sicuramente un motivo superiore per il legame tra i due scienziati, e quel legame andava seguito e ascoltato come un chiaro indizio celeste. Naturalmente ha avuto ragione, segnando un punto per l'amore di coppia che ha avuto uno spazio così ristretto nel film - cosa che io apprezzo molto, trovo che questo tema vada affrontato col contagocce per non appesantire un racconto che intende narrare tutt'altro.


Stupendo anche il rapporto padre-figlia, in cui lei è così empatica con il padre non solo da non perdonarne mai la partenza, ma da seguirne i passi nonostante ogni momento alla Nasa le ricordi il padre che probabilmente non tornerà mai più. Ho pianto quando Cooper è partito, e ho sofferto insieme a lui il contrasto tra il desiderio di vedere crescere i suoi figli e il dovere di salvare l'umanità dall'estinzione.


Veramente, gran bel film. Ha trattato un tema delicato ed è riuscito a renderlo superbamente. Non c'è niente da fare, Nolan è sempre Nolan.


Spero soprattutto che lo slancio di questo grande regista renda rinomata gloria a un genere che ora è stato pressoché abbandonato, se non per speculazioni stilistiche - vedasi Gravity.


La fantascienza è meravigliosa e permette di sognare un futuro possibile, migliore e sazio di conoscenza.



Voti finali:


Regia: 9

Sceneggiatura: 7
Originalità: 8
Linearità: 10
Coinvolgimento: 9
Voto finale: 8,6


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