venerdì 30 ottobre 2015

Recensione - Crimson Peak

Ho scelto quest'immagine per darvi un assaggio della scenografia e dell'atmosfera che impera per tutto il film.



Dopo aver visto un deludente trailer che sembrava aver svelato ogni minimo dettaglio della trama, ho scelto comunque di dare una possibilità a Guillermo del Toro, poiché è stato l'unico regista in grado di provocarmi una persistente crisi di pianto con il film Il Labirinto del Fauno.

La scelta del cast è stata impeccabile: Mia Wasikowska, che non avevo apprezzato nella Alice in Wonderland di Tim Burton, qui rappresentava la ricca ragazza dalla scarsa bellezza e dalla poca esperienza, l'esca ideale per la trappola del lupo; Tom Hiddleston, l'attore inglese diventato famoso per la parte di Loki negli Avengers, il quale ha un tale fascino da ammaliare anche lo spettatore, oltre alla giovane protagonista; e Jessica Chastain, che io ho amato nel ruolo di Murph di Interstellar (il fatto che sia uno dei miei film preferiti lo rende un valore aggiunto) e in quella del capitano Lewis in The Martian, che quasi ho considerato uno spin-off di Interstellar; ebbene, in questo film sono arrivata a odiarla per la freddezza e la crudeltà del suo personaggio.

I dizionari lo classificano erroneamente come "horror", ma quello che Del Toro voleva creare è una favola gotica dai dettagli inquietanti e dall'atmosfera onirica e fatiscente. Certo, i miei spaventi me li sono presi, ma sarebbe davvero riduttivo definirlo horror.

Edith, giovane di buona famiglia, un giorno vede il fantasma della madre che le dice di guardarsi da Crimson Peak. Sembra però scordare le sue radici quando la morte apparentemente incidentale del padre si accompagna alla proposta di matrimonio del baronetto Thomas Sharpe, un nobile inglese caduto in disgrazia. Edith si trasferisce così nella casa di lui e della sorella Lucille, un castello in rovina che sta lentamente sprofondando nell'argilla rossa che Thomas sta ardentemente cercando di far fruttare...

Che ci sia qualcosa che non vada nei fratelli Sharpe non è un segreto fin dall'inizio. Edith è la proprietaria del patrimonio che serve loro per ricostruire la loro casa, la loro fortuna e la loro dignità. Ma il cliché del matrimonio di convenienza è alterato dalla presenza nella casa di raccapriccianti fantasmi che cercano di mettere in guardia la protagonista.

Fantasmi così io non ne avevo mai visti: sembrano degli zombie putrefatti dai lineamenti allungati come il raccapricciante mostro della seconda prova di Ofelia, degli scheletri con lembi di carne e sangue abbrancati alle ossa così come essi sono abbrancati alla vita terrena che non vogliono abbandonare; sembra quasi che il corpo abbia continuato a decomporsi, e più il fantasma è vecchio e più la sua immagine umana appare sgretolata e consumata dalla morte.

Assolutamente fantastici.




Edith sa in cuor suo che i fantasmi di Crimson Peak, così come quello della madre, non sono intenzionati a farle del male, ma il loro aspetto così ripugnante non riesce a trattenerla alla loro presenza per ascoltare ciò che hanno da dirle.

Crimson Peak è una favola, non per bambini, ma rimane una favola: questo significa che l'amore e l'inganno si accompagnano per tutto il film, che sappiamo fin da subito chi sono i cattivi, e che questi non sono così abili a celare i loro segreti. Ritengo che chi lo critica si fossilizzi eccessivamente sulla dicitura "horror" e escluda quella di "favola"; la critica più diffusa che ho sentito rivolgergli è quella di avere una trama prevedibile: a mio parere, nel guardare un film bisogna lasciarsi avvolgere e immergersi completamente nella storia; se il film è ben fatto, oltretutto, è molto facile. Dopo essersi immersi è difficile andare a rimuginare su quale possa essere il finale e sui possibili colpi di scena: certo, l'imprevedibilità è un lato positivo per un film, ma non è l'unico.

Crimson Peak è un film con un'atmosfera che pochi altri film possono vantare: questa contribuisce a estraniare lo spettatore dalle elucubrazioni logiche che lo distraggono e lo portano a considerare la prevedibilità come un difetto per un film del genere. In fondo, non sapevamo già dall'inizio che Decimo Massimo Meridio avrebbe avuto la sua vendetta diventando Gladiatore?

Non lasciatevi rovinare un bel film da aspetti che il film stesso non pretende di avere; sedetevi, respirate profondamente e preparatevi ad affrontare un viaggio.



Voti finali:

Regia: 8

Sceneggiatura: 7
Originalità: 5
Linearità: 7
Coinvolgimento: 8
Voto finale: 7

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